The making of

Forse sarà un cliché dirlo, però sin dall’arrivo di Internet il mondo è diventato più piccolo. Il progetto per il design dello stile aziendale di SHM, traduttore macedone residente nei Paesi Bassi, è stato interamente realizzato tramite Internet da un designer olandese che vive in Spagna. Non è più importante, quindi, cercare il designer più vicino, quello che conta è invece il portafoglio e soprattutto quanto cliente e designer siano in sintonia.

Fin dall’inizio ho avuto l’impressione che Sherefedin ed io ci trovassimo sulla stessa lunghezza d’onda, a giudicare dalla passione che entrambi nutriamo per i nostri mestieri. Le istruzioni dettagliate inviatemi sembravano una specie di manifesto. Sherefedin mi aveva spiegato come, secondo lui, le transizioni dinamiche di M.C. Escher rappresentino un’ottima metafora di come egli vede il proprio mestiere: difficile immaginare uno stimolo migliore per un designer. Per la creazione di un logo e di uno stile aziendale è importante avere un concetto da cui partire. Quando un’azienda opera sulla base di un ideale è spesso facile trovare il concetto relativo.

Ciò che Escher si proponeva era alterare nel proprio stile inconfondibile la relazione tra la realtà e la sua rappresentazione grafica per creare un universo in apparenza impossibile. A mio parere è quel che fa anche un traduttore, in un certo senso. Per il cliente del traduttore esiste ugualmente un universo impossibile: una lingua estranea, che il traduttore comunque riesce a trasformare in un insieme comprensibile al cliente. Come nell’opera di Escher, anche qui si attua una transizione.

È ovvio che ho sperimentato anche con altri concetti e bozzetti, tuttavia una metafora, cioè un concetto così bello, è impossibile da trascurare.

Quando si tratta di un logo bisogna stare attenti a non inserirvi troppi punti d’attenzione, si deve cioè dire quel che si vuole dire con un minimo di elementi visuali. Questo fa sì che il logo venga “assimilato” completamente e in un batter d’occhio dall’osservatore. Stratificando il logo, integrandovi il concetto che ho menzionato poco prima, gli si dà una maggiore tensione che non solo lo rende facile da “assimilare”, ma anche memorabile.

Nel simbolo che ho creato per SHM si vede chiaramente l’influenza di Escher: la transizione in apparenza impossibile. Un elemento aggiunto è la linea che percorre il logo disegnando una “S”. Inoltre, grazie alle sue forme fluide e linee continue, il simbolo si può benissimo utilizzare come motivo, ciò che abbiamo anche fatto nel rovescio dei coordinati aziendali.

Floris Voorveld
florisvoorveld.com

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